La salute delle persone è ampiamente nelle loro mani, determinata com’è – oltre che dal corredo genetico – dalle abitudini caratteristiche del proprio stile di vita e dalle condizioni ambientali (genotipo vs. fenotipo).
Soprattutto le abitudini dannose possono e devono essere prevenute: in particolare nell’adolescenza e nella prima età adulta, cause di malattia e di morte sono date da abitudini e comportamenti a rischio, quali, in primo luogo, uso e abuso di fumo, alcol, droghe; malattie a trasmissione sessuale; violenze e attività rischiose che comportano danni fisici, ecc.
Anche i fattori ambientali dovrebbero essere maggiormente considerati nella promozione della salute: ma qui entrano in gioco ancor più prepotentemente situazioni e stili di vita “imposti” dall’alto, ovvero da un modello di sviluppo più attento agli aspetti economico-finanziari che a quelli eco-compatibili oppure molto attuale dall’obbligo di stare in casa per tutelarci dalla pandemia del Corona Virus che ci ha travolti in questo periodo storico.
In quest’ultimo caso le uniche “soluzioni” sembrano essere di resistere in tutti i modi alla tentazione di uscire e rispettare tutte le regolamentazioni che ci vengono date in attesa che si possa tutti tornare ad uscire di casa normalmente come prima senza paure e preoccupazioni per la nostra salute.
Il cambiamento delle abitudini rilevanti per la salute e dei metodi di produzione e consumo che hanno un impatto ambientale importante può effettivamente apportare ampi benefici alla salute.
L’autoefficacia si è dimostrata un fattore importante dei comportamenti di promozione della salute. Essa può rivestire un ruolo determinante per la salute umana a due livelli: al livello di base, l’autoefficacia rispetto alla gestione degli stressors attiva sistemi biologici che modulano la salute e la malattia. Il secondo livello riguarda invece l’esercizio di un controllo diretto sugli aspetti comportamenti modificabili della salute e dell’invecchiamento.
Molti degli effetti biologici dell’autoefficacia si verificano quando ci si trova a dover gestire eventi stressanti acuti e cronici. Lo stress è considerato un importante fattore implicato in molte disfunzioni fisiche.
Se le persone ritengono di poter affrontare efficacemente i potenziali stressors ambientali non si lasciano turbare da essi (adeguate capacità di coping). Viceversa, se credono di non poter controllare le situazioni e le avversità, cadono vittima dello stress e peggiorano il proprio livello di funzionamento.
L’esposizione agli stressors, senza il senso di poterli controllare, attiva i sistemi neurovegetativo, catecolaminergico e degli oppioidi endogeni. Quando l’autoefficacia viene rinforzata, i soggetti affrontano gli stressors senza sentirsi in difficoltà e senza che si verifichi attivazione neurovegetativa o secrezione degli ormoni dello stress.
Le reazioni biochimiche associate a un debole senso di efficacia sono implicate nella regolazione del sistema immunitario, quindi l’esposizione a stressors incontrollabili tende a danneggiare la funzionalità del sistema immunitario in modo che possono accrescere la vulnerabilità alla malattia.
Studi epidemiologici e correlazionali indicano che la mancanza del senso di controllo o della capacità effettiva di influire sulle richieste ambientali accresce la suscettibilità a infezioni batteriche e virali, contribuisce all’insorgenza di disturbi fisici e accelera il corso delle malattie.
Tuttavia va detto che stress non sempre ha un significato negativo (distress). Lo stress attivato nel processo di acquisizione dell’efficacia di gestione può avere effetti fisiologici positivi, può migliorare e rafforzare diverse componenti del sistema immunitario (eustress).
Di conseguenza: fornire alle persone mezzi per affrontare efficacemente stressors acuti e cronici accresce la funzionalità immunologia.
Ciascun individuo ha una sua capacità peculiare di resistere allo stress e di superare positivamente le circostanze avverse: tale capacità viene detta “resilienza” (letteralmente capacità di resistere agli urti).
Ne consegue che più che cercare di mettere i ragazzi al riparo da crisi, stress, o ambienti ‘inquinanti’, come educatori (insegnanti e genitori) dobbiamo occuparci di far emergere da loro stessi quelle sane capacità di coping che, sole, possono porli in grado di affrontare e gestire gli inevitabili stressors e rischi che la vita porrà loro davanti.
In generale tutti dobbiamo rafforzare ed utilizzare tale capacità di resilienza in questo particolare momento storico di pandemia che stiamo affrontando perchè di non facile gestione psicologica: stiamo vivendo con la costante paura del diffondersi del contagio da Corona Virus e nell’impotenza di non poter fare nulla tranne che rimanere in casa e seguire le regole dettate dall’ “Alto”.
Per questi motivi, avere la consapevolezza che sia possibile attivare le nostre risorse interiori per potercela fare, ci fa già sentire meno vulnerabili e percepire tale sicurezza di affrontare gli eventi quotidiani correlati a tale situazione di stress acuto ci premettere di migliorare la percezione positiva dell’immagine di noi stessi e quindi continuare a scegliere la strada verso la promozione della nostra salute.
“Quando
lavori sodo per provvedere dei valori agli altri, le possibilità sono
illimitate. Impegnandoti con eccellenza nella tua vita, sappi che questo
espanderà il tuo futuro oltre qualsiasi cosa che hai mai pensato fosse
possibile.”
Dott.ssa Isabella De Franceschi